28/09/2014 ITALIA - SANZIONI ALLA RUSSIA UN'INUTILE SEVERITA'

Sempre più frequentemente voci intelligenti, non partigiane, del grande giornalismo italiano riflettono, esprimendo perplessità sulle azioni frettolose con cui il governo italiano si è adoperato a mettere in pratica le decisioni sanzionatorie dell’Unione Europea (decise dagli USA) contro la Federazione Russa, in ordine alla vicenda Ucraina.
Questa volta è la voce di Piero Ostellino che, nella rubrica “IL DUBBIO” del “Corriere della Sera” di ieri 27 settembre, sotto il titolo “Sanzioni alla Russia, un’inutile severità”, letteralmente scrive:
“L’Italia ha sequestrato beni per milioni di euro ad uno straniero la cui colpa sarebbe di essere “amico di Putin”. La stupefacente notizia si innesta nella vicenda delle sanzioni comminate alla Russia, su iniziativa americana, per la questione ucraina. E qui occorre qualche riflessione. Che si sequestrino i beni a qualcuno, senza alcun fondamento giuridico, è già un’anomalia. Che a giustificazione del sequestro si aggiunga perché il soggetto in questione sarebbe “amico di Putin”, aggiunge una nota surreale, per non dire grottesca, che getta l’ombra dell’arbitrarietà sull’intera iniziativa. Gli USA sostengono le rivendicazioni autonomiste dell’Ucraina, in nome dell’autodeterminazione dei popoli. Il concetto di autodeterminazione è già abbastanza ambiguo per non dar adito a speculazioni politiche che non depongono a favore del diritto di sanzione, da parte di uno Stato nei confronti di un altro in lite con un proprio vicino, né delle motivazioni politiche all’origine. Le sanzioni preludono a conseguenze sui loro artefici, fra i quali il nostro Paese, in tema di approvvigionamento di petrolio e di gas. La Russia ha tutte le ragioni di sospettare che l’intervento occidentale in un’area che, storicamente, fa parte della sua “sfera d’influenza”, preluda ad un allargamento della NATO. I confini nazionali, sono, da sempre, per Mosca, un nervo sensibile della concezione che essa ha della propria sicurezza. Dai tempi dello zar ai tempi della guerra fredda, i governi russi hanno cercato di allontanare i confini del Paese dal centro, la capitale, dei propri processi decisionali. Su quale fondamento giuridico Obama abbia deciso, poi, di sanzionare la Russia per la questione ucraina è difficile dire e tantomeno si sa perché gli alleati degli USA abbiano deciso di affrancarlo. Il diritto e la prassi internazionali del secondo dopoguerra assegnano la potestà di sanzione agli organismi collettivi preposti alla disciplina degli equilibri interstatuali. Le sanzioni, per non parlare del sequestro dei beni di un “amico di Putin”, sono, oltre che inutili, una sciocchezza. Siamo membri dell’Alleanza atlantica e durante la guerra fredda siamo stati la portaerei americana nel Mediterraneo, perché era nostra convenienza, col Partito comunista più forte dell’Occidente al nostro interno. Ma, oggi, dissoltasi l’URSS, integratosi il PD nella democrazia rappresentativa, non sarebbe tradire i nostri impegni, il porsi qualche interrogativo su certe cervellotiche iniziative”.
Sergey RAZOV, Ambasciatore Straordinario e Ministro Plenipotenziario della Federazione Russa in Italia con Avv. Marco GINESI, Console Onorario della Federazione Russa di Ancona.
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