16/02/2015 San Mauro Pascoli (RN) - L'IMPRENDITORE GIMMI BALDINI SCRIVE AL PREMIER MATTEO RENZI SULLA QUESTIONE DELLE SANZIONI ALLA RUSSIA
Gimmi Baldinini, prestigiosissima firma italiana del “global fashion”, con negozi sparsi un po’ in tutto il mondo, conosciutissimo nella Federazione Russa dove i suoi prodotti sono presenti in oltre 150 punti vendita (tra monomarca e plurimarca), anche nel suo ruolo di Vice Presidente dell’ANCI (Associazione Nazionale dei Calzaturifici Italiani), amico e collaboratore del Consolato Onorario della Federazione Russa di Ancona, ha scritto una lettera
Gimmi Baldinini in una recente immagine con il Console Armando Ginesi (a sx) e l'Ambasciatore Russo presso la Santa Sede Alexandr Avdeev
al Presidente del Consiglio dei Ministri d’Italia Matteo Renzi, sottoponendogli lo sfacelo del settore calzaturiero e di quasi tutto il Made in Italy, come conseguenza delle sanzioni contro la Russia per la controversia con l’Ucraina, invitandolo ad intervenire autorevolmente presso l’Unione Europea, per un ritorno alla ragione e per una soluzione diplomatica del conflitto, pena la mortificazione forte delle imprese italiane presenti sul mercato russo, con le inevitabili conseguenze anche di natura occupazionale.
Riportiamo il testo integrale della missiva inviata al Presidente Renzi:
San Mauro Pascoli 16 febbraio 2015
Illustre Signor Presidente del Consiglio dei Ministri,
sono Gimmi Baldinini, titolare della omonima azienda BALDININI, che opera da oltre 100 anni, con successo, in diversi Paesi del mondo, esportando ovunque il Made in Italy fra i più apprezzati e cioè quello del “global fashion”, con particolare riferimento alla produzione calzaturiera. Fra questi Paesi quello nel quale sono presente, in modo significativamente rilevante, è la Federazione Russa dove i miei prodotti, di livello medio-alto, sono distribuiti in oltre 150 punti vendita monomarca.
Lei capirà subito, signor Presidente, qual è la ragione per la quale Le invio questa lettera (facendomi in qualche modo interprete di tantissimi altri produttori italiani, visto che ricopro la carica di Vice Presidente dell’ANCI, Associazione Nazionale Calzaturifici Italiani). Siamo tutti oltremodo preoccupati per il futuro delle nostre imprese, dei nostri dipendenti, dell’intero Made in Italy che gode di immenso rispetto ovunque nel mondo e in particolare nei vari Paesi della Federazione Russa. Siamo preoccupati per gli esiti della politica delle sanzioni economiche – e non solo – che sta producendo danni incalcolabili al nostro settore così come a quella della produzione meccanica, dell’abbigliamento, dell’agroalimentare e del turismo, tanto per citare i più colpiti. Per il turismo si prevede, per la prossima stagione estiva, un calo talmente consistente di presenze russe da porre in seria difficoltà interi e vasti territori italiani, come gran parte della costa adriatica da nord al centro; il Trentino Alto Adige e la costa toscana, verso i quali è notoriamente rivolta da anni la preferenza del turismo russo che, fino a prima che venissero comminate le sanzioni, mostrava un trend in rapida e costante crescita, anno dopo anno, contribuendo all’incremento della ricchezza e dell’occupazione delle suindicate regioni d’Italia.
Sostanzialmente è tutta la nostra economia nazionale - sia quella attuale sia quella futura – a soffrire per una decisione politica internazionale che sta creando un clima da possibile terza guerra mondiale (soprattutto, dopo la recente minaccia degli USA di armare il governo di Kiev, peraltro inquinato e sostenuto da inquietanti presenze neo-naziste); che sta compattando la popolazione russa attorno al proprio governo, in modo granitico e, Dio non voglia, irrazionale, attraverso quel nutrimento dello spirito nazionalistico che, come la storia ripetutamente insegna, è indiscutibilmente connotato rilevante, soprattutto nei momenti difficili e di attacco, di quel popolo orgoglioso e fiero; che sta distruggendo quelli che erano ottimi rapporti economico-commerciali tra la Federazione Russa e i Paesi europei (Germania, Italia, Francia, Gran Bretagna, Olanda, Spagna in primis); che sta spostando l’asse politico ed economico russo sempre più verso oriente, spingendo la Federazione - anche a seguito delle procurate difficoltà economiche interne conseguenti alla svalutazione del rublo (che per un Paese le cui importazione superano ampiamente le esportazioni, lo pone in difficoltà che solo nuove “alleanze” politiche e nuovi mercati, subito individuati ad est, potranno mitigare).
Tutto ciò ricade pesantemente, in senso negativo, sulla politica economica dei Paesi europei tra cui, principalmente, l’Italia. Per la difesa di principi peraltro discutibili (il contenzioso tra Russia e Ucraina) che sembrano non tenere in alcuna considerazione il sacro principio dell’autodeterminazione dei popoli (le minoranze russe che non intendono rinnegare, ma anzi mantenere e consolidare in autonomia, i legami culturali, tradizionali, linguistici, religiosi con quella che riconoscono essere la loro ideale madre-patria) a differenza di quanto avvenne, nel 2008, allorché l’Occidente – Italia fra i primi – sostenne e difese, finanche con l’uso delle armi, le pretese indipendentistiche del Kosovo, ai danni della Serbia che nessuno difese, tant’è che il Kosovo si staccò da essa, con decisione unilaterale, e acquistò la sovranità di stato nazionale.
Signor Presidente, io Le chiedo che il Governo italiano intervenga presso l’Unione Europea – di cui l’Italia è stato peraltro membro fondatore - affinché cambi rapidamente l’atteggiamento politico ostile verso la Federazione Russa, in difesa degli interessi dell’Europa e della nostra nazione. Altrimenti – non intendendo in alcun modo rinunciare ad un mercato vasto e di ricche potenzialità che saranno dalla Russia recuperate, subito dopo l’uscita dalla crisi valutaria interna (cosa non impossibile ad una terra ricchissima di materie prime di qualsivoglia genere), considerato amico anche grazie ai legami profondi di natura storica e culturale con l’Italia che la rende rispettata ed onorata in quelle aree geografiche – molte aziende, di ambiti diversi, produttive e commerciali, si vedranno costrette ad esportare concretamente e totalmente, quanto prima, il know-how italiano nell’immenso territorio di cui, non ci si dimentichi, oltre un terzo (quello più sviluppato e più densamente popolato) appartiene al continente europeo.
Nelle certezza, signor Presidente, di un Suo deciso e risolutivo intervento nei confronti delle autorità europee, affinché ritrovino il senso della difesa legittima degli interessi dei popoli da loro amministrati, La ringrazio e Le invio i sensi della mia stima.
In fede
Gimmi Baldinini
Sergey RAZOV, Ambasciatore Straordinario e Ministro Plenipotenziario della Federazione Russa in Italia con Avv. Marco GINESI, Console Onorario della Federazione Russa di Ancona.
Офиц.аккаунт Посольства РФ в Италии и Сан-Марино/Account ufficiale dell'Ambasciata di Russia in Italia e San Marino/Embassy of Russia to Italy & San Marino
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