27/05/2017 ARQUATA DEL TRONTO - IL CONSOLATO DI ANCONA PORTA LA SOLIDARIETA’ E L’AFFETTO DEL POPOLO RUSSO ALLE VITTIME DELL’IMMANE TRAGEDIA DI CIRCA UN ANNO FA
Si sta avvicinando la scadenza di un anno dall’immane tragedia sismica che ha colpito, ferendola a morte, una delle zone più significative d’Italia, quella parte centrale tra Marche, Umbra,e Lazio, che, a cavallo degli Appennini, sintetizza in qualche modo, diventa lo specchio, le virtù, le qualità le caratteristiche dell’intera penisola. Una terra sincera, autentica, legata fortemente ai valori delle radici e della tradizione.

Qualche settimana fa una lettera dell’Associazione CAPOD’ACQUA VIVA (Capodacqua è una delle tredici frazioni del Comune di Arquata del Tronto, in Provincia di Ascoli Piceno) è pervenuta al Consolato Onorario della Federazione Russa di Ancona chiedendo al Console Onorario e al Console Emerito (com’è noto storico dell’arte) di effettuare una visita al “cumulo di macerie” in cui è ridotto “il nostro paese” e di farsi portavoce della situazione per sensibilizzare la comunità russa nei confronti dell’immane tragedia che ha colpito una popolazione fortemente legata si suoi valori storici, culturali e religiosi.
Sia il Console avv.Marco Ginesi che il prof. Armando Ginesisono stati accompagnati a vedere un paese praticamente scomparso, le cui tre chiese che lo caratterizzavano sono completamente sparite, mentre è rimasto miracolosamente in piedi un tempietto ottagonale, dedicato alla Madonna del Sole, per secolo fulcro della vita sociale e religiosa del paese. Tutti gli abitanti, che non risiedono più nel territorio perché trasferiti sulla costa ed ospitati presso alberghi, vogliono ad ogni costo salvare le uniche cose che sono rimaste in piedi (le case, i negozi, praticamente non esistono più) vale a dire i beni culturali e della fede. Infatti, oltre al tempietto di cui sopra, anche altri affreschi sono rimasti, se non del tutto indenni, parzialmente danneggiati ed appaiono comunque, col tempo e con notevoli risorse, recuperabili.
“I nostri predecessori” scrivono al Consolato gli abitanti, “erano persone umili che con devozione e sacrificio hanno contribuito alla costruzione e alla decorazione di questi piccoli capolavori di arte rinascimentale che è nostra ferma intenzione di salvaguardare a tutti i costi”. Commovente è il fatto che questa popolazione, rimasta senza più nulla, abbia anche compiuto lo sforzo di “tassarsi” per affrontare qualche onere di spesa indirizzato allo scopo.
Il Tempietto di cui abbiamo detto sopra, secondo la tradizione potrebbe essere stato disegnato dal noto architetto e pittore Nicola Filotesio, detto Cola d’Amatrice” e la sua edificazione risalirebbe al 1528. Esso, che contiene internamente interessanti affreschi rinascimentali, come si diceva, è rimasto miracolosamente in piedi dopo le due terribili scosse distruttrici del 24 agosto e del 30 ottobre che hanno raso completamente al suolo il paese.
Praticamente gli abitanti rimasti (sorprendente che i più attaccati alla salvaguardia delle testimonianze storico-religiose, sembrano essere i più giovani, compresi i giovanissimi) ci hanno chiesto di far conoscere alla sensibilità del popolo russo, che essi considerano amico, non solo la tragedia che li ha colpiti, quanto la pervicace volontà di salvare ciò che di più bello e nobile testimonia la loro storia nell’intento un giorno, il meno lontano possibile,di riuscire a ritornare a rimpossessarsi del territorio e a insediarsi accanto ai resti della loro fede e della loro storia.
Durante il sopraluogo, accompagnati dal Nucleo di Tutela del Patrimonio Artistico di Ancona dei Carabinieri, guidati dal MaggioreCarmelo Grasso, con l’assistente preziosa del prof. Pierluigi Moriconi, storico dell’arte della Soprintendenza delle Marche, i due diplomatici hanno, tra l’altro, all’interno della Chiesetta dedicata a San Silvestro nella frazione Colle individuato un affresco di notevole qualità, per fortuna abbastanza ben conservato, dove è raffigurata l’icone di santa Ekaterina d’Alessandria, veneratissima dalla Chiesa Ortodossa russa, con in una mano la palma del martirio e, accanto, a mo’ di simbolo, la ruota dentata destinata a darle la morte. Ciò perché, di fronte alla richiesta esplicita dell’imperatore romano, Ekaterina si era rifiutata di sacrificare agli dei pagani. Durante il supplizio, però, la ruota si ruppe e l’imperatore ordinò allora la decapitazione della santa. Avvenuta la quale dal suo corpo sgorgò il latte. E queste spiegherebbe anche una figura, più danneggiata, accanto all’icona di Ekaterina che, nell’affresco in questione, rappresenta una madonna che allatta.
Il Console Emerito si è preso l’impegno di scrivere sulla vicenda di Arquata del Tronto e del martoriato territorio un articolo che, attraverso il Console Onorario, verrà inviato sia all’agenzia di informazione RIA NOVOSTI che all’Associazione di stampa ARS PRESS ( a cui aderiscono oltre duecento testate dell’intera Federazione) perché la popolazione russa venga sensibilizzata quanto più possibile. Da notare che le testate dell’ARS PRESS tornerebbero, dopo alcune settimane, ad occuparsi di nuovo di quella terra, Le Marche, che hanno già descritto in decine e decine di articoli illustranti le sue bellezze panoramiche, culturali storiche.
Sergey RAZOV, Ambasciatore Straordinario e Ministro Plenipotenziario della Federazione Russa in Italia con Avv. Marco GINESI, Console Onorario della Federazione Russa di Ancona.
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